Testo di Melissa Raia
Quando due persone che fanno dell’originalità uno stile di vita si incontrano, non può che nascere una collaborazione straordinaria.
Oggi conosciamo Laura Congia, stilista sarta e modellista nonché fondatrice della Scuola di Moda Sartoriale Laura Congia con la quale Federico Gaudino ha sviluppato un bellissimo progetto fotografico per quella che è poi diventata una capsule collection che ha varcato il confine americano.
La incontro nel bel mezzo dei preparativi della sua prossima sfilata. Pezzi unici, come d’altronde tutti i suoi capi, ispirati questa volta allo stile delle tangueras.
Ciao Laura, che piacere conoscerti. Vedo che qui fervono i preparativi: raccontaci subito qualcosa di più di questa sfilata.
La sfilata si terrà il 23 febbraio 2019 nella cornice della Manifattura Tabacchi. Una sfilata dedicata al mondo del tango e delle tangueras. Un ritorno alle origini per me, che ho iniziato creando abiti per le milonghe. E una celebrazione a tutte quelle donne che indossando i miei abiti mi hanno sostenuto fin dagli esordi.
Ma non sarò sola. In passerella con me ci saranno anche le creazioni dei miei allievi, quelle di alcuni stilisti newyorkesi provenienti dalla Scuola Esaie Couture con la quale collaboro e nuovi brand: tutti con un’unica filosofia però, quella dell’unicità.
Una filosofia vincente che è poi la stessa che ti ha portato a lavorare con Federico per la collezione precedente. Come è nata questa collaborazione?
Ho sempre seguito Federico e apprezzato i suoi lavori, per me è un’artista con la A maiuscola. Lavorare con una persona con il suo naturale senso dell’estetica e la sua intuizione è stimolante: tutto è più fluido, quasi un gioco. Federico riesce a far diventare il lavoro un non lavoro: pensa che abbiamo lavorato di domenica, e ti garantisco, lo abbiamo fatto tutti col sorriso!
Cosa hai pensato quando hai visto lo shooting completo? Era come te lo aspettavi?
Andava ben oltre le aspettative. Nella mia carriera ho incontrato tanti fotografi ma riuscire a cogliere l’essenza con uno scatto non è da tutti. Ecco l’unicità di cui parlavamo!
Federico è riuscito a rappresentare la mia collezione al meglio, esaltandone tutti gli aspetti. Degli scatti in stile e-commerce con “un’anima” però. E’ questo il vero fotografo di moda.
E’ grazie a queste fotografie se la mia collezione è arrivata in America.
Raccontaci di questa avventura oltreoceano.
Un’amica ha inviato quasi per caso le foto scattate da Federico a un “cacciatore di talenti” in America. Le creazioni (e le foto ovviamente!) sono piaciute cosi tanto da aver sbaragliato la concorrenza e alla fine il prototipo dei miei pezzi è stato acquistato da un famoso brand americano per la grande distribuzione.
Sono partita sicuramente avvantaggiata, perché oltre che stilista sono sarta e modellista. Sono riuscita quindi a fornire prototipo e disegno con un sistema di taglio semplificato inventato da me. Ma le foto di Federico hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale.
Parlami un po’ dell’organizzazione dello shooting: dalla scelta della location, alla modella, al trucco e parrucco.
Lo shooting è Federico in tutto e per tutto. Abbiamo lavorato in studio, senza scenario. E questo secondo me rende il lavoro di Federico ancora più notevole. Per quanto riguarda la modella, quando disegno un abito ho un’idea di donna che lo indosserà. Flaviana Mascia rispecchiava alla perfezione l’immaginario che nella mia testa potesse rappresentare al meglio i miei abiti. Oltre ad essere bellissima è una vera professionista, un piacere lavorare con lei.
Per quanto riguarda make-up e hair styling mi affido a occhi chiusi al salone Ricciolo Style, una garanzia per me.
Se pensi a quella giornata cosa ti viene in mente?
Il caldo infernale! (ride, ndr). Fortunatamente Federico è stato un fulmine, in sei ore abbiamo portato lo shooting a casa. Un genio!
A parte gli scherzi, mi viene in mente che quando lavori con professionisti seri tutto diventa più facile.
Ce l’avrà pure un difetto Federico! Giuro che non glielo dico!
Un difetto di Federico? E’ molto impegnato! Ma quando hai a che fare con professionisti è normale che sia cosi. Tra vedere e non vedere io lo prenoto in anticipo! Ammetto che talvolta le sue idee per me sono molto avanti, ho bisogno di una fase di adattamento. A primo acchito gli dico no, poi ci rifletto e torno sui miei passi. La sua innovazione è tanta.
Hai in mente altre collaborazioni con Federico?
Mi frulla per la testa già un altro lavoro molto importante. Dopo la sfilata svilupperò un progetto incentrato sul concetto di sostenibilità dei capi. Un azzardo dirai, in un mondo pervaso dalla globalizzazione e dall’usa e getta. Ma io credo molto nella ricerca di tessuti “sostenibili” ovvero qualitativamente più alti. Un haute couture trasportato nella vita di tutti i giorni e alla portata di tutti. Federico entrerà in ballo per curare la comunicazione di questo progetto.
Prima però faremo la sfilata per la collezione tango e, Federico ancora non lo sa, ma andrà in passerella: useremo infatti i suoi scatti per promuovere la collezione.
A proposito di collezione, com’è nata quella dello shooting?
Domanda difficile! Quella collezione è un insieme di stili. In quel momento stavo cercando di capire quale fosse la direzione giusta, la mia direzione. Ho iniziato a mettere insieme la collezione estiva lavorando sui dislivelli delle gonne, sui bustini, sul mix di tessuti, il crêpe, il voile, il pizzo e gli inserti in seta. Alla fine la direzione è virata completamente da un’altra parte e quella rimarrà una capsule collection. Anche perché appunto, è stata acquistata in America. Subito dopo sono nati tanti altri stimoli diversi ma quella collezione mi ha sicuramente aiutato a capire verso che direzione procedere.
Direi che ti ho trattenuto abbastanza, è arrivata l’ora di farti uscire da questa fantastica sartoria.
Ma no, qui sono a casa. Tutte le persone che collaborano con me si sentono a casa e svolgono questo lavoro con passione. Non sentiamo la stanchezza, la tensione: ogni pezzo è fatto con amore, con il piacere nel farlo. Lavoriamo col sorriso anche quando incontriamo qualche difficoltà, cosa che ovviamente accade. Qui ognuno è dentro il proprio talento, penso sia questo il segreto. Scoprirlo e seguirlo il proprio talento.
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